Terzo Cielo
È l’estate del 1954. Il sole risplende sui campi dove i contadini sono impegnati nella mietitura che, a Castelli, si trasforma in una gran festa. Il giallo si fonde col verde che qui domina il paesaggio forse ad imperitura memoria. I muli risalgono le strade del borgo, carichi di legna destinata al “Gran fuoco” e tre tra i più grandi “artisti” che il Novecento Castellano abbia mai conosciuto, seduti al Caffè Grue in Piazza Roma, discutono di un sogno mentre sorseggiano un buon caffè. Guerrino Tramonti, direttore dell’Istituto d’Arte, un uomo dai tratti Caravaggeschi che allo stesso tempo ricorda alcuni dei celebri moschettieri seicenteschi di Alexander Dumas, accarezza il suo pizzo. Lo sguardo severo e gli occhi ben distanziati sembrano il ritratto del suo carattere.
Scontroso quanto generoso e appassionato. Polemico ma con fini creativi. Arrigo Visani, artista raffinato e dalle grandi amicizie, capace di tratti cromatici molto densi e raffinato cultore della chimica artistica, una Persona dall’incredibile umanità, pacata e dotata di sottile ironia, stringe tra le dita l’inseparabile sigaretta. Serafino Mattucci, nato a Philadelphia ma innamorato dell’Italia. Carattere deciso e autorevole, destinato a modernizzare lo stile della ceramica castellana proponendo delle sculture, delle decorazioni, delle bottiglie ispirate a Picasso e in generale all’arte dell’epoca, gira il suo caffè contenuto nell’elegante tazza in maiolica.
Ferruccio Pasqui, membro della Commissione organizzativa della Decima Triennale di Milano, aveva fornito ai tre l’idea di realizzare l’Opera.
E cosi, con la collaborazione dei dotatissimi allievi dell’Istituto d’Arte, nasce il Terzo Cielo di Castelli, un progetto di rielaborazione in chiave moderna dei soffitti maiolicati della Chiesa di S. Donato, definita da Carlo Levi come la “Sistina della Maiolica”.
L’Opera risente fortemente della personalità dei tre autori che in questo lavoro hanno riportato elementi figurativi propri della loro personale esperienza artistica spesso influenzata dalle opere e dal linguaggio dei maggiori protagonisti dell’arte contemporanea come Picasso, Matisse, De Chirico, Capogrossi. I tre ceramisti a volte lavorano con l’ausilio degli spolveri, a volte procedono a mano libera, impostano velocemente il decoro, scandiscono lo spazio con misura ed equilibrio compositivo e disseminano il soffitto di meravigliosi oggetti della vita quotidiana, metafisici e naturali, che si armonizzano in un complesso caratterizzato da una grafia improntata a una grande leggerezza e freschezza compositiva. Il repertorio iconografico è costituito da battelli a vapore, trenini, mongolfiere, aquiloni, architetture fantastiche, fiori, salamandre, canguri, barchette, antichi velieri; il sole, la luna, calici, pesci uccelli, pistole, topolini, gabbie, gatti; ancora: profili umani, volti stilizzati e forme geometriche di ogni genere.
Il Risultato? Diploma d’Onore alla Triennale di Milano e trasferimento nella prestigiosa scuola d’Arte di Porta Romana di Firenze.
A.D. 2010. L’Opera rientra a Castelli e il maestro ceramista Michele De Fabritiis, con i figli Luigi e Simone si recano all’ Istituto d’arte ad ammirare l’imponente realizzazione. Uno sguardo e nei loro occhi l’intuizione. Tutta quella bellezza, fino ad allora poco valorizzata, non poteva rimaner chiusa in una stanza. In fondo il Terzo Cielo prende vita a Castelli, è Castelli.
La sera, dopo il lavoro, il padre e i due figli si fermano spesso a discutere di come rielaborare e riproporre quello stile. Iniziano le prime prove, gli schizzi, i motivi su mattone, ma poi l’idea di uscire fuori dagli schemi. Simone aveva appena sfornato una linea in Bianco “bocciardato” e a Luigi viene l’idea di riprodurre su quella base molto particolare elementi propri del Terzo Cielo. È un successo e nel 2017 la linea viene premiata con il secondo premio al prestigioso Fiera della Bomboniera e Regalo casa - Vebo Napoli - 2° classicacato.
Il Terzo Cielo è il simbolo di una ricerca che non si ferma, il proposito di riprendere da dove ci si era lasciati.
Per le location si ringraziano:Biblioteca provinciale "M. Delfico"; Carducci Bistrot di via Carducci; Poker pelletterie Teramo; Avila Cafè Teramo; Studio Architetto dott. Maurilio Ronci; Studio 84 - Hair Salon - Teramo.